” …Pàrtiti, bestia, ché questi non vene/ammaestrato da la tua sorella,/ma bassi per veder le vostre pene”. Commedia, Inferno, XII canto, 19/21

Siamo alla soglia del settimo cerchio. Per una frana di massi, guardata dal Minotauro, Dante e Virgilio, che tiene a bada la bestia, invita Dante a scendere alla svelta, prima che quella si riprenda e dia fastidio. Siamo all’attacco del XII canto, il canto dei dannati immersi nel sangue del Flegetonte per essere stati violenti in vita verso il prossimo, primo girone del settimo cerchio. Il canto recupera sia il mito del Minotauro che dei Centauri, del saggio Chirone, messi a guardia del fiume rosso bollente affinché i dannati, ivi immersi, non sfuggano alla pena.
Questa è la prima di due illustrazioni dedicate al canto, sicuramente la più semplice. Poiché il mio modello (non mi manca la modestia…) è Rackham, devo dire che qui ho fatto particolare attenzione a riprenderne la tecnica e il risultato (fatte le debite proporzioni) mi sembra soddisfacente. Ho accentuato i contorni, ripassando l’inchiostro dopo l’acquerello, e mi pare che la leggibilità dell’immagine ne guadagni. Mi sembra…
Se si cerca nelle immagini di Google l’iconografia del Minotauro si rimane un pò delusi. Predominano immagini dell’antichità e poi sostanzialmente il modello Dorè. Blake mixa da par suo i due miti del canto facendo un centauro con la testa di toro. Geniale, come quasi tutto il lavoro dell’inglese. Mi sembrava giusto, sempre per la citata modestia, aggiungere qualcos’altro.
Inchiostro e acquerello, formato 34×51,5,