Inferno, Vi Canto, 7/18 : ”…Cerbero, fiera crudele e diversa,/con tre gole caninamente latra/sovra la gente che quivi è sommersa.”
China, acquerello, matite colorate. Formato: 33 x 48. 10/2021

Canto sesto dell’Inferno. Terzo cerchio, dei golosi. Dante e Virgilio scendono tra le anime, che Cerbero, demone in forma di cane a tre teste, soverchia, “graffia …, iscoia ed isquarta“. La scena è greve, sotto una pioggia continua di neve, acqua sporca e grandine. Tra le anime prostrate una riconosce Dante fiorentino, e lo appella. E’ Ciacco, che Dante subito non riconosce e che poi interroga sulle vicende politiche di Firenze, su quello che è stato e quello che sarà.
La scena è stata ripresa, nel tempo, da diversi disegnatori e pittori. Dorè ha eseguito almeno due illustrazioni, una su Cerbero, l’altra con Dante che cammina sui corpi dei dannati e viene fermato da Ciacco. Blake si è concentrato su Cerbero, altri hanno “condensato” in unica opera i versi da 1 a 39. La difficoltà principale è rendere l’atmosfera greve, la pioggia, la neve, la grandine. E’ tutto sommato semplice rendere graficamente la neve, altrettanto non si può dire per pioggia e grandine. Dorè ad esempio si è limitato ad un accenno, di sfondo alla figura di Cerbero. In particolare la pioggia, a voler essere realistici, crea una cortina, una sorta di nebbia che copre inevitabilmente il disegno; a meno di non tratteggiarne le folate come nei comics, con alcuni semplici “graffi”.
Per quanto mi concerne, avendo optato per una scena che condensasse i primi 39 versi, ho preferito non “guastarmi” la fatica fatta per il disegno di base; mi sono limitato a rappresentare la neve. Forse ne è derivata una immagine un po’ troppo “natalizia”, forse dovrei “diradare” i fiocchi di neve. Forse…