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Canto V, Paolo e Francesca.

Inferno, Lussuriosi, la storia di Paolo e Francesca
“…E caddi come corpo morto cade.” Inferno, canto V

Inferno, canto V, 139-142. “… Mentre che l’uno spirto questo disse,/l’altro piangea; si che di pietade /io venni men così com’io morisse./ E caddi come corpo morto cade.

33 x 47, Acquerello, matite colorate, grafite pura.

Dante, Divina Commedia: questa è l’ottava illustrazione dedicata all’Inferno. Siamo nel Canto V: Dante e Virgilio si trovano di fronte ad una impetuosa bufera di vento che trascina come in un vortice senza tregua una moltitudine di anime dannate, quelle dei peccatori per lussuria. Tra le tante figure storiche e letterarie che sono trascinate a tondo nell’aria Dante è attratto da quelle di Paolo e Francesca, cognati e amanti, uccisi dal marito di lei. La tragica storia d’amore stordisce Dante al punto di farlo svenire. Si tratta di una vicenda molto nota al tempo del Poeta e molto illustrata, non solo come scena del Canto V della Commedia. La versione di Gustave Dorè, fedele al testo dantesco, ha molto influenzato gli epigoni. Del resto risulta ben difficile rendere la situazione in modo diverso ed originale senza ricorrere ad una lettura visionaria e mistica come ad esempio quella “vorticosa” di William Blake, che riprendo dal sito STILEarte.it e che peraltro preferisco. Nel mio piccolo non volevo ritrarre un Dante svenuto e steso lungo per terra. E’ un immagine che si ripete a più riprese nell’itinerario infernale, e per chi disegna non è di nessuna soddisfazione. Ne è uscita una versione che sembra ispirata per un verso ad una delle tante “pietà”, con Virgilio che sorregge Dante nel suo mancamento; per un altro a certe scene fantasy, fumettistiche. Così è andata. Non è destinata a lasciare gran traccia di sè.