Canto XIII, La Selva Dei Suicidi.
Divina Commedia, Inferno, Canto XIII, 31-36.
Allor porsi la mano un poco avante/e colsi un ramicel da un gran pruno;/e ‘l tronco suo gridò:”Perché mi schiante?”./Da che fatto fu poi di sangue bruno,/ricominciò a dir:”Perché mi scerpi?/non hai tu spirto di pietade alcuno?”

Siamo nel settimo cerchio dell’Inferno, secondo girone, dei violenti verso se stessi, dei suicidi. I dannati appaione come alberi rinsecchiti, come sterpi. Qui precipitano scagliati da Minosse e subito si trasformano nello squallore di un tronco morto. L’illustrazione si riferisce all’incontro con l’anima di Pier delle vigne , costretta in un “gran pruno”. Dante nel spezza un ramo, e dal legno prende a sgorgare sangue. L’anima reagisce. Dal punto di vista visivo la scena appare fosca, intricata di rovi e tronchi, senza traccia di sentieri o vie di fuga. Le anime sono nascoste nei tronchi e sono destinate a non recuparare mai più le lorofattezze umane. L’intenzione era di fare un bianco e nero molto tratteggiato. Poi non ho resistito alla tentazione del colore. Il risultato è fosco, penso di poterlo dire!
Inchiostro, Acquerello. 52,5×34.